Da Il Mereghetti.Quote:
Dal romanzo di Selma Lagerlöf (autrice anche dell'adattamento per lo schermo), Sjöström ha tratto un film sospeso tra fiaba e tranch de vie naturalista, che ha influenzato molto cinema successivo con le sue trovate fantastiche, basate sull'uso sistematico delle sovraimpressioni.
Bellissime le scene in cui l'anima di David si distacca dal suo corpo morto, e dopo vi torna dentro a "nascondersi", rifiutando la propria condizione di morto: il Wenders del Cielo sopra Berlino, in cui gli angeli "staccano" dagli oggetti un doppio fantasmatico, non ha inventato nulla.
La conclusione edificante e' un inchino alle convenzioni del tempo: ma il personaggio di David resta impresso sia per la sua inaudita malvagita' (sputa, lui tubercolotico, su un fazzoletto che sbatte in faccia ad Edit; sfonda una porta con un'accetta come Jack Nicholson in Shining), sia per la modernita' e la furia dell'interpretazione di Sjöström.